domenica 16 maggio 2010
Sampdoria - Napoli 1-0
In un “Ferrraris” completamente sold – out, la Sampdoria è consapevole di trovarsi dinanzi ad un bivio, conquistare un obiettivo inaspettato ad inizio campionato, oppure “accontentarsi” dell’Europa League, diventata piccola piccola dinanzi all’incredibile delusione di vedersi sfuggire l’Europa che conta di più all’ultima curva.
Siamo padroni del proprio destino, qualsiasi cosa succeda a Bergamo. Del Neri conferma l’11 titolare, Zauri è recuperato in difesa, Tissone e Mannini sono ancora preferiti a Poli e Guberti. Sull’altro fronte Mazzarri deve rinunciare allo squalificato Lavezzi e agli infortunati Gargano, Hamsik e Campagnaro.
Partiamo subito con il piede sull’acceleratore, non passa nemmeno un minuto che Fantantonio fa il diavolo a quattro sulla destra, traversone per Mannini, anticipato di petto da Grava. Al di là di un diagonale di Quagliarella terminato sul fondo, c’è solo la Sampdoria in campo, trascinata dal genio barese, alla continua ricerca di palloni giocabili per estrarre giochi di prestigio dal proprio cilindro. Tra il 15’ e il 25’ il fantasista blucerchiato è lesto a defilarsi, senza dare punti di riferimento alla retroguardia partenopea: dopo un salvataggio di Maggio su Mannini, il n°99 blucerchiato tenta la soluzione personale, ma De Sanctis fa buona guardia sul diagonale operato dall’out sinistro.
Il Napoli, nonostante le numerose assenze, non sta a guardare, è ben messo in campo, lotta su ogni pallone, altro che avversario demotivato per la qualificazione all’Europa League conquistata domenica scorsa. Talvolta sembra la partita della vita per i partenopei, vicinissimi al pareggio al 34’, quando Storari compie il primo miracolo della giornata, dicendo di no all’angolatissimo colpo di testa di Quagliarella sullo sviluppo di un corner dalla destra.
Il caldo, la fretta di sbloccare una partita ancora più difficile del previsto, il concomitante vantaggio del Palermo a Bergamo si aggiungono alla lista degli elementi a nostro sfavore: Cassano e Pazzini sono spesso destinatari di una doppia marcatura, a centrocampo Palombo e Tissone faticano a far girare palla, le corsie esterne sono ben presidiate, si soffre, ma si sapeva.
Dopo il break le compagini ritornano in campo con i medesimi effettivi, ma la Sampdoria mette in campo un altro spirito, cercando subito il vantaggio, ma Tissone, da fuori, non trova il bersaglio grosso. La Gradinata Sud non smette mai d’incitare in maniera costante e appassionata la squadra, in difficoltà psicologica. Fortunatamente la notizia del momentaneo pareggio dell’Atalanta ridà nuova linfa ai ragazzi, che si rigettano in avanti, gettando il cuore oltre l’ostacolo.
Al minuto 51, si scrive una nuova pagina di storia blucerchiata, storia genovese, storia italiana, storia europea: Santacroce affonda Semioli sull’out destro, punizione tesa battuta da Ziegler, Pazzini va in cielo, colpisce di testa e gonfia la rete, è l’apoteosi, il “Ferraris” esplode, ma non è ancora finita, c’è ancora tempo per soffrire.
Del Neri sostituisce l’esausto Semioli, gettando nella mischia Guberti, ma i suoi ragazzi, come recentemente accaduto, subiscono il ritorno dell’avversario una volta passato in svantaggio e faticano ad alzare nuovamente il proprio baricentro: San Storari salva la baracca respingendo di piede la rasoiata di Quagliarella, bravo ad eludere la marcatura di Zauri, e negando la gioia del goal a Dossena, autore di una conclusione di prima intenzione su una palla a spiovere. Mazzarri non ci sta ad uscire sconfitto e si gioca tutte le carte offensive rimaste, dando fiducia ad Hoffer e Bogliacino.
Nel finale c’è tempo per regalare la standing – ovation a Cassano, sostituito da Pozzi, per perdere qualche anno di vita sul retropassaggio di testa di Lucchini che rischia di tramutarsi, come accaduto a Verona, in una possibile autorete in concomitanza dell’uscita di Storari, e protestare per un ingiusto offside sbandierato ai danni di Pazzini lanciato a rete. In pieno recupero il Palermo riuscirà a sbancare Bergamo, ma nessuno a Genova se ne è accorto e si è preso la briga di interessarsene più: Rizzoli dice che è finita qua, Sampdoria batte Napoli per 1-0, ci qualifichiamo ai preliminari di Champions League, tutti gli altri non possono più darci fastidio.
SAMPDORIA – NAPOLI 1-0
MARCATORE: 51’ Pazzini
SAMPDORIA (4-4-2): Storari, Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler 6 (85’ Cacciatore), Semioli (64’ Guberti), Tissone, Palombo, Mannini, Cassano (83’ Pozzi), Pazzini. (A disp: M. Cassano, Rossi, Poli, Padalino). All. Del Neri
NAPOLI (3-4-3): De Sanctis, Santacroce, Cannavaro, Grava, Maggio (64’ Hoffer), Pazienza, Cigarini (91’ Maiello), Dossena, Zuniga (70’ Bogliacino), Denis, Quagliarella (A disp: Iezzo, Aronica, Rullo, Rinaudo). All. Mazzarri
ARBITRO: Rizzoli.
AMMONITI: Mannini (S); Grava, Pazienza, Dossena, Zuniga (N)
NOTE: tutto esaurito, pomeriggio estivo.
venerdì 14 maggio 2010
Un grande Doria esce imbattuto dal Barbera (1-1): il sogno Champions continua
Fonte: www.sampdorianews.net
Ambientalmente e dialetticamente alla vigilia il Palermo si era affidato al tutto esaurito, ai santi locali, alle colf, alle scaramanzie, ma laSampdoria, che già aveva fatto vedere di che pasta era fatta nella bolgia dell’Olimpico, non si è fatta distrarre da fattori esterni, non ha paura di niente e nessuno, ha mostrato tutto il proprio valore, guadagnandosi ampiamente sul campo un pareggio preziosissimo.
L’1-1 ci consente di tenere dietro il Palermo a 2 lunghezze, il sognoChampions continua, mancano 90’ al termine della stagione, l’ultimo ostacolo sarà il Napoli, che arriverà a Marassi senza regalare nulla, ma già matematicamente qualificato all’Europa League senza passare per i preliminari, grazie all’ennesimo k.o. interno della Juventus.
Encomiabile la Sampdoria per impegno, dedizione, spirito di sacrificio e soprattutto per il gioco corale, perfetto Del Neri a mettere in campo una squadra compatta, corta, quadrata, capace di non perdere la bussola nemmeno dopo l’1-1, anzi di cercare più volte il colpo del k.o. nel finale, splendidi i tifosi blucerchiati al seguito, circa 2.000 nel settore ospiti del Barbera, senza dimenticare i circa 400, compreso il sottoscritto, costretti a restare a Genova a causa della chiusura degli aeroporti. Abbiamo sofferto tutti insieme, chi in Sicilia, chi a Zena, chi in giro per l’Italia e per il mondo, non è ancora finita, niente è certo, ma sicuramente un bel mattone è stato sistemato.
Se Delio Rossi conferma l’11 titolare, fatta eccezione per Goian al posto dello squalificato Bovo, Del Neri mischia un po’ le carte, dando fiducia ai positivi Tissone e Mannini, con Poli e Guberti inizialmente in panchina. La tensione in campo si tocca con mano, le squadre sono cortissime, si combatte a centrocampo, nei primi minuti si fatica a giocare, le manovre sono ripetutamente spezzettate da falli tattici e irregolarità nel gioco aereo, in primis realizzate da Migliaccio, fin troppo abituato a saltare con i gomiti alti, ne sa qualcosa Mannini, costretto ad uscire un paio di volte dal campo per perdita di sangue dal naso.
I rosanero cercano di sfondare sulle corsie esterne, ma Cavani, servito prima da Balzaretti, poi da Liverani, non trova lo specchio della porta né di testa, né in rapida giravolta, troppo larghe le maglie della difesa blucerchiata in tali circostanze. La risposta doriana arriva al 9’ con un tiro cross di Cassano dall’out destro, Sirigu si fa trovare attento sul primo palo. Con il passare dei minuti i padroni di casa si affidano sempre più alle geometrie di Liverani e ai guizzi di Pastore, maPalombo e Tissone sono bravi a pressare a tutto campo, senza trascurare l’utilissimo lavoro “sporco” di Pazzini a rientrare sul possessore di palla.
Tra il 17’ e il 24’ Pastore cerca di lasciare la propria impronta sul match: prima fa scorrere un brivido a Storari con un diagonale dal limite, la sfera fa la barba al palo, poi da destra trova in area Cavani, il cui colpo di testa sfiora l’angolo più lontano, non impeccabili Zauri e Gastaldello in ritardo sull’uomo. Attorno alla mezz’ora però il calcio indossa l’abito da sera dinanzi allo straordinario numero di AntonioCassano: il genio barese stoppa a modo suo, ovvero splendidamente, una palla a campanile, disorienta Kjaer e, dalla linea di centrocampo, parte in contropiede, resiste alle cariche dei centrocampisti, ha la meglio sul rientro di Pastore, allarga per Mannini, sul cui traversone però né Pazzini, né Semioli si fanno trovare al posto giusto nel momento giusto.
Siamo messi benissimo in campo e, al di là di qualche improvvisa sfuriata, aumentiamo progressivamente il possesso palla, presidiamo adeguatamente le corsie laterali: prima del break ci prova Tissone dal limite, ma la sua insidiosa conclusione a giro viene deviata in corner da un difensore rosanero. Dopo l’intervallo le compagini ritornano in campo con i medesimi effettivi, ma il match cambia improvvisamente binario al 53’: veloce e ordinata azione blucerchiata, Cassano spizzica splendidamente una palombella arrivata da centrocampo, Manniniaggredisce lo spazio e viene abbattuto da Sirigu in uscita, rigore netto assegnato da Rosetti. Sul dischetto va il Pazzo, che spiazza Sirigu e fa esplodere il settore a noi riservato.
Delio Rossi si gioca la carta Hernandez, ma il suo Palermo sbanda e rischia il colpo del k.o tra il 58’ e il 61’, quando Cassano, al termine di uno splendido contropiede partito da Mannini e proseguito da Pazzini, viene fermato da Rosetti per un dubbio fallo di mano, e Mannini viene beffato da un tocco in recupero di Kjaer, su perfetto servizio in profondità firmato Fantantonio. Ci si attende la sfuriata rosanero, invece riusciamo a non perdere centimetri in campo, fino al 66’ quandoMiccoli fa fuori Gastaldello e viene atterrato in area da un intervento scomposto in corsa di Zauri, rigore ineccepibile assegnato da Rosetti, Miccoli spiazza Storari per l’1-1, ma, sulla battuta, il “Romario del Salento” s’infortuna al polpaccio, stringe i denti per una decina di minuti, ma, nel finale, sarà costretto a gettare la spugna.
La partita s’infiamma, le azioni non si contano più sui continui capovolgimenti di fronte: Guberti, appena entrato al posto di Semioli, spara alle stelle una palla d’oro servitagli da Cassano, autore dell’ennesima veronica sul fondo, mentre è Storari a dire di no con un grande intervento al bolide sul primo palo realizzato dal mai domoMiccoli, sostituito al 78’ da Budan. Il Barbera ritorna a farsi sentire, i padroni di casa schiacciano sull’acceleratore, soffriamo, ma molto meno del previsto: al 76’ Del Neri si infuria con Rosetti per la mancata concessione del vantaggio su un contropiede portato avanti daPalombo, interrotto per l’ennesimo fallo di Goian su Pazzini.
Dopo un colpo di testa di Kjaer su corner, il Palermo sfiora il vantaggio con il neo-entrato Budan, il quale si divora un goal già fatto, mandando di testa la sfera sul fondo a porta sguarnita, dopo la respinta di Storarisulla potente conclusione di Pastore dal limite. Del Neri si affida ai cambi, inserendo Pozzi e Poli al posto degli esausti Pazzini e Tissone, e, dopo oltre 3’ di recupero, arriva il triplice fischio finale di Rosetti: finisce 1-1 al Barbera, ci giocheremo tutto con il Napoli, se vinciamo, sarà Champions, a prescindere dal risultato del Palermo a Bergamo. Il nostro destino è soltanto nelle nostre mani.
PALERMO – SAMPDORIA 1-1
RETI: 54’ Pazzini rig. (S), 66’ Miccoli rig. (P)
PALERMO (4-3-1-2): Sirigu; Cassani (88’ Bertolo), Kjaer, Goian, Balzaretti; Nocerino, Liverani, Migliaccio; Pastore; Cavani (55’ Hernandez), Miccoli (81’ Budan). (A disp.: Benussi, Celutska, Calderoni, Blasi). All.: Rossi.
SAMPDORIA (4-4-2): Storari; Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Semioli (66’ Guberti), Tissone (85’ Poli), Palombo, Mannini; Pazzini (82’ Pozzi), Cassano. (A disp.: Guardalben, Rossi, Cacciatore, Franceschini). All.: Del Neri.
ARBITRO: Rosetti di Torino
AMMONITI: Sirigu, Goian, Migliaccio, Pastore (P); Guberti (S)
NOTE: giornata di sole, terreno in discrete condizioni. Spettatori: 35.872, con circa 2.000 doriani al seguito. Angoli: 6-1 per il Palermo. Recupero: 1′; 3′.
lunedì 3 maggio 2010
Sampdoria - Livorno 2-0
Da gazzetta.it
GENOVA, 2 maggio 2010 - E adesso la prova del nove. La madre di tutte le partite. Contro il Palermo (vincente a Siena), per lo spareggio che vale la Champions League. La Sampdoria con una gara di astuzia e contenimento batte 2-0 il Livorno e continua a sognare la qualificazione nell'Europa che conta. Ancora una volta è Antonio Cassano il protagonista assoluto: decisivo come sempre, autentico leader capace di decidere da solo le sorti di una partita. Suo il gol dopo soli cinque minuti di gioco. Sue le più belle intuizioni della sfida a cui Ziegler regala tranquillità su punizione. Ma applausi ai toscani che tengono botta e nella ripresa sfiorano due volte la rete.
Il calcio visto da prospettive diverse. Blucerchiati a caccia della Champions, in formazione tipo con le varianti Mannini e Tissone per Poli e Guberti. Di fronte un Livorno che nonostante la retrocessione aritmetica non ha nessuna intenzione di rendere la vita facile alla Samp. Ruotolo fa un solo cambio: Mozart per Di Gennaro. Ma le due contendenti confezionano un primo tempo mediocre, illuminato qua e là dalle intuizioni geniali di Cassano. Antonio confeziona le due uniche azioni degne di nota della prima frazione di gioco. A 5' segnando il gol del vantaggio. Abile il barese che prende palla poco prima del limite, si accentra e dalla lunetta fa partire un rasoterra chirurgico che si infila alla sinistra di De Lucia. Poi al 39' quando nell'area piccola regala uno scampolo di immensa classe: stop di petto, aggancio di destro e tiro al volo di sinistro. Ma di fronte c'è il vecchio Galante che si immola e ribatte con il corpo. Nulla di più, in verità. Il ritmo talvolta pachidermico ma giustificato dei blucerchiati, fa a pugni con il Livorno che se la gioca, ma non riesce mai a trovare il guizzo negli ultimi metri.
Ruotolo cerca di rivitalizzare il Livorno con gli innesti di Di Gennaro e Danilevicius per Moro e Bellucci, ma il copione prevede che sia sempre Cassano a trasformare in oro anche la palla più anonima. Prima concludendo a lato di esterno destro dopo la consueta razione di finte e dribbling, poi mettendo in mezzo all'area una magnifica palla su cui Pazzini arriva in ritardo. Delneri intanto toglie Lucchini (problemi muscolari) per Marco Rossi; mossa utile perché il Livorno non molla. Non a caso all'8' sfiora e manca clamorosamente il pareggio. L'occasione capita a Danileviucis che solo davanti a Storari colpisce debolmente di testa e conclude a lato. La Samp mantiene comunque un ritmo contenuto, limitandosi a controllare i toscani, e ripartire sull'asse Palombo-Cassano che si trovano a meraviglia. Ma rischia oltre misura, perché al 33', in clamorosa posizione di fuorigioco, Di Gennaro alza oltre la traversa dall'area piccola.
Momenti duri per la Samp che subisce lo strafottente atteggiamento dei livornesi che vorrebbero guastare la festa. Non a caso Cassano, mentre Marassi affoga sotto la tempesta, chiede ai tifosi di sostenere la squadra. Ma ci pensa Reto Ziegler, al 39', a sistemare le cose con una punizione potente che gonfia la rete per il 2-0. Il barese festeggia e poiché diffidato, per non rischiare lascia il posto al ritrovato Pozzi. Al Barbera sarà utile come l'oro.
giovedì 29 aprile 2010
Roma - Sampdoria 1-2
da: www.goal.com
Roma-Sampdoria 1-2: All'Olimpico va in scena il DELITTO PERFETTO, Pazzini riporta lo Scudetto verso l'INTER
Roma ora a -2 dall'Inter capolista. Samp invece quarta a +2 sul Palermo.
La Sampdoria fa saltare il banco vincendo a Roma e spegne almeno in parte il sogno Scudetto dei giallorossi, che perdono la vetta e ora dovranno tifare per la Lazio, che domenica sera affronterà l’Inter all’Olimpico. La squadra di Ranieri stasera ha dominato il primo tempo, ma non è riuscita a segnare il 2-0 nella prima frazione, e nella seconda è uscita la vera Sampdoria: una squadra attenta, quadrata e spietata. Le caratteristiche che servono –forse non da sole, ma sono già qualcosa- per andare in Champions League. E con un Pazzini così…
In campo – Non c’è Toni nella Roma plasmata questa sera da Ranieri: Totti fa la prima punta, dietro di lui Perrotta con Menez e Vucinic a fare i mattatori sulle fasce. Del Neri non cambia nulla rispetto alle attese: 4-4-2 classico, c’è l’ex Cassano a spaventare i giallorossi.
Si gioca – Lo spettacolo del primo tempo porta le firme di Totti, Menez e Vucinic. I tre fanno quello che vogliono, con il pallone deliziano il pubblico giallorosso con colpi di tacco, palloni in spazi millimetrici, dribbling e anche un goal: quello del capitano che porta in vantaggio la Roma al 14’ (dopo almeno tre occasioni, tra cui una rovesciata di Juan) su assist di Mirko Vucinic, scatenato. Dopo poco i due si ripetono, ma Storari e il palo si oppongono. In mezzo al dominio romanista, si vede anche la Samp al 25’ quando Cassano si fa murare da un prodigioso Burdisso il colpo dell’1-1. Riprendono le trame dei giallorossi che non danno punti di riferimento e bucano spesso e volentieri la difesa della Samp: Menez alla mezzora sfiora il 2-0 con un destro dal limite, Storari respinge e Totti in acrobazia non trova la porta. C’è tempo per un fallo di mano di Zauri in area su cui Damato fa continuare e per un paio di iniziative ancora giallorosse.
Il secondo tempo segue tutta un’altra trama. La Roma torna in campo meno convinta, i doriani invece cambiano due uomini e dopo pochi minuti pareggiano: Cassano crossa sul secondo palo, il Pazzo schiaccia di testa sotto le gambe di Julio Sergio e pareggia i conti. Ma improvvisamente ricomincia il film del primo tempo: Roma iper-aggressiva, con Ranieri che fa capire di voler vincere togliendo Cassetti e Perrotta per Taddei e Toni. L’attaccante ex Bayern sfiora subito la rete, poi ci provano Riise, Pizarro, De Rossi, ancora Riise: niente, c’è sempre Storari. E la Sampdoria, attenta, chiusa e cinica, a 5’ dal termine gela l’Olimpico e tutti i romanisti d’Italia: Mannini avanza, Taddei non lo chiude, la palla in mezzo è per Pazzini che in spaccata brucia Riise e Julio Sergio: la Roma, incredula, perde ogni speranza, mentre i doriani accarezzano con mano la Champions League.
La chiave – La capacità della Sampdoria di difendersi strenuamente, anche grazie a uno Storari da Champions, e di colpire la Roma - molto sbilanciata- nelle uniche due disattenzioni della gara è determinante. Una volta Cassano e una Mannini trovano dalla destra il solito Pazzini, che da dentro l’area piccola non sbaglia mai. Ma Ranieri durante la gara l'aveva detto: un punto o zero, non cambia niente. Stavolta il rischio non ha pagato.
La chicca – Le lacrime di Mexes a fine partita descrivono lo stato d’animo di una squadra che ha giocato alla morte, per gran parte del match anche molto bene, ma ha perso in un sol colpo partita e primato. Il francese, in panchina per tutta la gara, nell’ultimo minuto della gara è inquadrato dalle telecamere: i suoi occhi rossi ricordano il pianto di Ronaldo all’Olimpico. Stavolta, anche se nulla è deciso, sono gli interisti a sorridere…
Top&Flop – Bene gli attaccanti della Roma, che però hanno la pecca di non segnare la rete del 2-0 nel primo tempo: Vucinic, Menez e Totti sono bravi ma si passano troppo il pallone. Male Riise in chiusura sui due goal di Pazzini, che invece è un vero predatore: 2 occasioni, 2 goal, il Pazzo si conferma tra gli attaccanti italiani più efficaci del Castrol Rankings. Il migliore di tutti probabilmente è Storari: se la Samp non crolla nel secondo tempo, gran parte del merito è suo.
IL TABELLINO
ROMA-SAMPDORIA 1-2
MARCATORI: 14’ Totti (R), 52’ Pazzini (S), 85’ Pazzini (S)
ROMA (4-2-3-1): Julio Sergio 6; Cassetti 5.5 (74’ Taddei 5.5), Juan 6, Burdisso 6.5, Riise 5; De Rossi 6, Pizarro 6.5; Menez 7, Perrotta 5.5 (67’ Toni 6), Vucinic 7; Totti 7. A disposizione: Lobont, Mexes, Tonetto, Brighi, Baptista. All. Ranieri 6
SAMPDORIA (4-4-2): Storari 7.5; Zauri 5, Gastaldello 6, Lucchini 6, Ziegler 5.5; Semioli 6, Poli 5.5 (46’ Tissone 6), Palombo 5.5, Guberti 5 (46’ Mannini 6.5); Cassano 6.5 (80’ Testardi s.v.), Pazzini 7.5. A disposizione: Guardalben, Cacciatore, Rossi, Padalino. All. Del Neri 6
ARBITRO: Damato 5.5
AMMONITO: Ziegler (S)
martedì 20 aprile 2010
Sampdoria - Milan 2-1
tratto da www.sampdorianews.net
La FantaPazza Samp rimanda il Diavolo all'inferno (2-1) e stacca di due lunghezze il Palermo
Gioco, anima, cuore, attaccamento alla maglia, fame di successo, armonia, voglia di non mollare mai, compattezza interna. Sono questi i fattori che stanno facendo volare la Sampdoria, sognare i tifosi e ambire a traguardi impensabili ad inizio stagione, soprattutto per chi ogni estate sceglie “lo sparare a zero sull’operato della società” a prescindere da chi viene comprato, o venduto in sede di mercato.
Marassi è ormai un fortino che sembra inespugnabile: dopo Inter, Fiorentina, Juventus e Genoa, anche il Milan deve cedere, al termine di un match emozionante, ricco di occasioni da goal, capovolgimenti di fronte ed episodi decisivi. Se Del Neri non ha particolari problemi di formazione, fatta eccezione per la pesante assenza di Gastaldello sostituito da Rossi, e recupera Poli in extremis, sull’altro fronte Leonardo deve arrangiarsi per sistemare il pacchetto arretrato: out Nesta, Favalli e Kaladze, è Bonera a far coppia con Thiago Silva. Assente Pirlo, spetta a Seedorf dettare i tempi della manovra, Borriello unica punta, appoggiato da Ronaldinho e Mancini.
Ci si aspetta una partenza sprint da parte blucerchiata, invece è il Milan a tenere a lungo il pallino del gioco, con il chiaro intento di mantenere ritmi bassi, dando modo ai suoi grandi giocolieri a centrocampo di smistare palloni invitanti per l’ariete Borriello. Le compagini si danno battaglia nella zona nevralgica del campo e si affidano alle conclusioni da fuori per cominciare ad impensierire i rispettivi estremi difensori, ma né Poli, su servizio di Ziegler, né Seedorf riescono nei loro intenti.
Al 19’ il Milan passa: corner di Mancini dalla destra, Lucchini e Rossi si fanno anticipare da Borriello, bravo a staccare in elevazione e ad insaccare di testa, nulla da fare per Storari. È duro il colpo da digerire, infatti, soltanto 3’ più tardi, rischiamo il crollo, quando è ancora Borriello a fare a pezzi la nostra difesa, scattando sul filo del fuorigioco, supera Storari in uscita fuori tempo, e, giunto sull’out sinistro, serve una palla d’oro per Mancini, il quale dovrebbe soltanto insaccare a porta sguarnita, ma, fortunatamente, calcia alle stelle, divorandosi un’occasione incredibile.
Passato indenne il pericolo, la Samp, con il passare dei minuti, riesce a prendere nuovamente la giusta distanza tra i reparti, Semioli e Guberti si sacrificano sulle corsie esterne, Palombo e Poli recuperano un discreto numero di palloni, Cassano crea spesso la superiorità numerica. Il Milan cala alla distanza e siamo protagonisti, tra il 35’ e il 38’, di un autentico assedio: dopo un rigore negato a Pazzini strattonato nel cuore dell’area, è Dida a salire in cattedra, dicendo di no prima ad una girata ravvicinata di prima intenzione firmata Antonio Cassano, su imbeccata di Poli, poi in tuffo sul colpo di testa di Lucchini su corner battuto da Ziegler. Prima dell’intervallo c’è ancora tempo per un’altra occasione: splendido cross di Zauri dalla destra, Cassano anticipa tutti di testa, la sfera sfiora la traversa.
Mentre ad inizio ripresa Leonardo è subito costretto a sostituire l’infortunato Ambrosini con Zambrotta, spostando Abate a centrocampo, Del Neri conferma l’11 iniziale, anche perché i suoi ragazzi mettono in campo il medesimo atteggiamento di fine primo tempo e al 53’ trovano il pari: Zauri serve Semioli, che libera Cassano a tu per tu con Dida, Bonera lo stende, rigore ed espulsione per fallo da ultimo uomo. Dal dischetto va Fantantonio che insacca, il n°1 brasiliano intuisce l’angolo, ma non può evitare il pareggio. Leonardo, vista l’inferiorità numerica, corre ai ripari: fuori Mancini, dentro Oddo nell’inusuale posizione di difensore centrale.
Come già successo a Verona, paradossalmente la Samp, in vantaggio di un uomo, si fa prendere dalla paura di vincere, lascia campo al Milan che prende coraggio e sfiora in ben tre occasioni il vantaggio: al 66’ numero di Ronaldinho a fondo campo, palla al limite per Gattuso, botta a colpo sicuro, salva Storari; al 69’ Borriello chiede e ottiene il triangolo dal brasiliano, ma calcia malamente sul fondo a tu per tu con il n°1 blucerchiato e, infine, al 75’ Seedorf libera al limite proprio Ronaldinho, la cui conclusione a giro non inquadra il bersaglio grosso.
Del Neri non sta a guardare, prova a scrollare la squadra, inserendo Mannini e Tissone per Guberti e Poli: l’ex napoletano fatica ad ingranare, ma si rivelerà decisivo nell’azione del 2-1, l’argentino entra subito in partita con spirito battagliero e senso della posizione. Negli ultimi 10’ la Gradinata Sud spinge la squadra a tentare il tutto per tutto pur di aggiudicarsi la vittoria: in due rocambolesche mischie prima Tissone, poi Cassano sfiorano il goal vittoria, ma Thiago Silva e Dida s’immolano per la causa e salvano la baracca.
L’immensa goduria blucerchiata è però rinviata soltanto al 92’: traversone di Mannini dalla destra, Oddo è fuori posizione, Pazzini sale in cielo e schiaccia di testa la sfera che s’insacca sotto la traversa, Dida non può far altro che guardare la rete gonfiarsi, la Sud è in delirio, il Pazzo esulta a modo suo. A Cagliari intanto il Palermo riesce nella doppia rimonta, il nostro vantaggio è preziosissimo, 2 punti a 4 gare dal termine, il calendario è duro, ma sognare non è soltanto più lecito, ma doveroso.
SAMPDORIA-MILAN 2-1
MARCATORI: 19' Borriello; 53' Cassano (S) (rig.), 92' Pazzini (S)
SAMPDORIA (4-4-2): Storari; Zauri, Lucchini, Rossi, Ziegler; Semioli, Poli (79' Tissone), Palombo, Guberti (66' Mannini), Cassano, Pazzini (A disp: Guardalben, Scepovic, Regini, Cacciatore, Testardi). All.: Del Neri
MILAN (4-2-1-3): Dida; Abate, Bonera, T. Silva, Antonini; Gattuso, Ambrosini (47' Zambrotta); Seedorf; Mancini (55' Oddo), Borriello, Ronaldinho (Abbiati, Inzaghi, Huntelaar, Jankulovski, Albertazzi). All.: Leonardo
ARBITRO: Rizzoli di Bologna
AMMONITI: Lucchini, Poli, Tissone (S); Abate, Ambrosini, Borriello (M)
ESPULSO: 53’ Bonera (M) per fallo da ultimo uomo.
NOTE: Spettatori 30 mila circa, di cui 8358 paganti dei quali circa 1.200 di sponda rossonera, per un incasso lordo di 216076 euro. Angoli: 7 a 4 per la Sampdori. Recuperi 3' e 4'.
lunedì 12 aprile 2010
Sampdoria - genoa 1-0
Fonte: sampdorianews.net
Stavolta è la Sampdoria a trionfare, sulle ali di “Il cielo è sempre più blu, cerchiato di blu”, i nostri ragazzi hanno gettato il cuore oltre l’ostacolo, lottando su ogni pallone e meritandosi la nostra casacca, poi ci ha pensato il genio di Cassano a decidere il match con un colpo di testa da posizione ravvicinata, che ci ha regalato una goduria destinata a durare fino al prossimo derby.
Antonio veniva recentemente accusato di ogni cosa, ma, intanto, i suoi detrattori sono scomparsi dinanzi all’eurogoal decisivo contro la Juventus, al sontuoso goal di tacco contro il “suo” Bari, al vantaggio di Verona e al goal nel derby genovese, dove era ancora a secco. Un attestato di stima va riconosciuto al Capitano: l’Angelo Blucerchiato è stato autore di una prova straordinaria per determinazione, continuità e attaccamento alla maglia, davvero encomiabile.
Non ci sono novità nelle formazioni: Del Neri conferma l’11 titolare, Cassano è regolarmente recuperato, tornano Poli e Gastaldello dopo il turno di riposo. Sull’altro fronte Gasperini recupera Marco Rossi, mentre Dainelli ed Acquafresca partono inizialmente dalla panchina. In avanti è Sculli a recitare il ruolo di punta centrale, con Palladino e Palacio sugli esterni. La tensione in campo e sugli spalti si tocca con mano, ma stavolta i nostri ragazzi non sbagliano approccio alla sfida e si catapultano subito in avanti, aggredendo gli spazi e sradicando la sfera dagli avversari. Dopo un colpo di testa di Gastaldello terminato sopra la traversa, al 6’ Scarpi, preferito ad Amelia, è autore di un ottimo colpo di reni per negare la gioia del goal a Guberti, bravissimo a tentare la conclusione di prima intenzione su una palla a spiovere, grandissima conclusione, altrettanto decisivo l’intervento del n°1 avversario.
La reazione rossoblu consiste in un diagonale di Mesto dalla corsia destra, ma la sfera attraversa l’intera area e termina sul fondo. Gasperini si agita in panchina, ma non si capisce il motivo: Palladino e Sculli commettono ripetutamente falli in gioco pericoloso, stile arti marziali, sui nostri difensori, Cassano è martellato a tutto campo, Tagliavento fa ricorso al cartellino giallo, qui si gioca a calci, non a calcio. Al 23’ la supremazia doriana viene premiata: punizione dalla destra battuta da Angelo, Stefano Lucchini fa ottimamente la sponda di testa ad incrociare per Cassano, il quale, a pochi passi dalla porta, resiste alla carica dei difensori e insacca di testa, facendo esplodere la Gradinata Sud.
Subito lo svantaggio, gli ospiti cercano di rendersi pericolosi dalle parti di Storari, ma la conclusione da fuori di Criscito e la punizione battuta da Palacio non inquadrano lo specchio della porta, mentre Sculli illude i propri supporters insaccando con una conclusione sotto la traversa, ma il gioco era fermo da un bel pezzo. L’occasione più ghiotta capita ancora sui piedi dei nostri attaccanti, quando, al 32’, azione di rimessa, ottima sponda di testa operata da Pazzini a favore di Cassano che s’involta verso la porta avversaria, ma, sul più bello, viene anticipato da Scarpi in uscita disperata.
Nel break nessun cambio sui due fronti, ma Del Neri non impiega troppo tempo per mischiare le carte: tra il 54’ e il 58’ sostituisce per scelta tecnica Guberti, al suo posto Mannini, e Cassano ormai dolorante, dentro il giovane Scepovic. Gasperini non sta a guardare: si affida al fosfero di Zapater e si gioca la carta Acquafresca, mandando in panchina uno spento Palladino e rinunciando in difesa a Moretti.
La Samp arretra fin troppo il proprio baricentro, fatica a tener palla davanti, soprattutto dopo l’uscita di Fantantonio. Mannini fatica ad entrare in partita, Scepovic non lascia particolari tracce, ma ci pensano Poli e Palombo a realizzare un enorme lavoro di quantità e qualità nel cuore del centrocampo, Semioli si sdoppia in copertura e in spinta, Pazzini non si risparmia nel gioco aereo, resistendo a numerose cariche, la difesa è sotto pressione, ma resiste piuttosto bene, rischiando soltanto in occasione di una conclusione a giro di Sculli, che fa la barba al palo.
Le occasioni da rete scarseggiano, il bel gioco risiede altrove, ma la Samp è in partita, gagliarda, combattiva, determinata a portare a casa 3 punti fondamentali per la lotta ad un posto europeo e per la supremazia cittadina. Del Neri è costretto a sostituire anche Poli, acciaccato, affidandosi a Tissone, capace di conquistare qualche buon pallone, ma troppo compassato in talune circostanze. Si arriva senza particolari patemi alle battute finali, nelle quali Gasperini si gioca la carta della disperazione, optando per un Dainelli attaccante, per spizzicare qualche palla nel gioco aereo e, all’88’, rischiamo di subire l’ennesimo goal nel finale, quando Bocchetti non trova di testa lo specchio della porta per un non nulla.
Dopo 4 minuti di recupero è il trionfo blucerchiato, salgono a 9 i punti di vantaggio sull’altra squadra cittadina, molti saranno tornati con i piedi per terra, sia chi crede di aver scritto la storia, sia chi invece pensa di aver inventato il gioco del calcio. L’Angelo Blucerchiato e Fantantonio sono stati i condottieri di una vittoria dal peso fondamentale in ottica europea: siamo sempre al quarto posto con il Palermo, le avversarie per l’Europa League si allontanano e, in settimana, se l’Inter eliminasse la Fiorentina in Coppa Italia, un altro posto sarebbe a portata di mano. Adesso però non facciamo voli pindarici, né poniamoci limiti: viviamo alla giornata e godiamo almeno fino al prossimo derby.
SAMPDORIA-GENOA 1-0
MARCATORE: 23’ Cassano.
SAMPDORIA (4-4-2): Storari; Zauri, Gastaldello, Lucchini, Ziegler; Semioli, Poli (19' st Tissone), Palombo, Guberti (9' st Mannini); Cassano (13' st Scepovic), Pazzini. Guardalben, Rossi, Franceschini, Padalino. All.: Del Neri.
GENOA (3-4-3): Scarpi; Papastathopoulos, Bocchetti, Moretti (14' st Zapater); Mesto, Rossi (38' st Dainelli), Milanetto, Criscito; Palacio , Sculli , Palladino (6' st Acquafresca). In panchina: Amelia, Tomovic, El Sharaawi, Lazarevic. All.: Gasperini.
ARBITRO: Tagliavento.
AMMONITI: Mannini, Gastaldello, Storari (S); Sculli, Mesto, Sokratis, Palladino, Rossi, Criscito (G)
NOTE: spettatori: 35 mila circa. Angoli: 5-3 per il Genoa. Recuperi: 1'; 4'.
domenica 11 aprile 2010
Convoncati Derby della Lanterna
Il Mister Gigi del Neri ho convocato per l apartita di stasera contro il genoa 21 giocatori:
Portieri - M.Cassano, Guardalben, Storari.
Difensori - Cacciatore, Gastaldello, Lucchini, Rossi, Zauri, Ziegler.
Centrocampisti - Franceschini, Guberti, Mannini, Padalino, Palombo, Poli, Semioli, Tissone.
Attaccanti - A.Cassano, Pazzini, Scepovic, Testardi.
Portieri - M.Cassano, Guardalben, Storari.
Difensori - Cacciatore, Gastaldello, Lucchini, Rossi, Zauri, Ziegler.
Centrocampisti - Franceschini, Guberti, Mannini, Padalino, Palombo, Poli, Semioli, Tissone.
Attaccanti - A.Cassano, Pazzini, Scepovic, Testardi.
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